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Le mie citazioni preferite di Enzo Mari

Le mie citazioni preferite di Enzo Mari tratte da 25 modi per piantare un chiodo 
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"In quella Milano semidistrutta, io, che giro ancora con i calzoni corti, mi rendo disponibile a qualsiasi attività.
Dico sempre che sì, sì, sono capace, poi la notte prima cerco di individuare qual è il segreto di quella tecnica. Un atteggiamento che non ho più abbandonato."

"Ho iniziato a mantenermi con il lavoro di progettista a trent'anni: prima ho fatto cose dell'altro mondo. Se uno pensa che decidere quale mestiere vuole fare da grande significhi automaticamente trovare un posto, sbaglia. Il proprio spazio, uno se lo deve ritagliare, con passione e ostinazione: la società non te lo regala. Anzi. Tende a ridurre il più possibile ogni impulso all'autonomia."

"Nei musei non c'è nessuno, posso restare da solo per ore a guardare, a scrivere note sul mio taccuino. La bellezza mi emoziona, mi colpisce al cuore, ma questo per me non è sufficiente: voglio capire a tutti i costi come ci si arriva."

"In Munari, invece, avevo individuato l'unico 《artista e designer》. [...]
Dopo averlo incrociato qualche volta, un giorno lo cercai e gli chiesi se potevo mostrargli i miei lavori. Scoprii con sorpresa che non aveva uno studio e nemmeno un tavolo: lavorava a casa, seduto su un divanetto, disegnando su un taccuino."

"Sono sempre convinto che industria e design non possono non tener conto della parola ègalitè, uguaglianza- una parola fondamentale, tanto da occupare il primo articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789-, ma come fare a progettare una cosa 《bella e buona》per tutti, comprensibile e apprezzabile da tutti, anzichè farla restare patrimonio di una piccola èlite?"

"La scienza è oggettiva, le sue affermazioni diventano di tutti, l'arte è soggettiva, non raggiunge mai tutti, forse con l'eccezione di quella antica."




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