Icone del Design| Zig-Zag: la sedia che piega le regole del design
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La sedia Zig-Zag di Gerrit Rietveld (1934) fonte immagine |
Nel mondo del design moderno esistono oggetti che hanno fatto scuola, rompendo gli schemi con eleganza e rigore concettuale. Tra questi, la sedia Zig-Zag progettata da Gerrit Rietveld nel 1934 rappresenta un vero manifesto dell’estetica razionalista e del pensiero radicale del movimento De Stijl.
Una sedia, quattro assi, nessuna gamba
La Zig-Zag non è solo una sedia: è una dichiarazione. Composta da quattro piani di legno disposti in una sequenza geometrica ad angolo retto, questa seduta si presenta come una “Z” spezzata, capace di sostenere il corpo umano con una struttura apparentemente instabile, ma sorprendentemente solida.
Il progetto nasce dalla volontà di Rietveld di eliminare qualsiasi elemento superfluo, inclusi i tradizionali sostegni verticali. Il risultato è un oggetto che sfida la percezione visiva, generando stupore e ammirazione per la sua audacia costruttiva.
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La sedia Zig-Zag di Gerrit Rietveld (1934) fonte immagine |
Tecniche costruttive e materiali
La sedia Zig-Zag fu inizialmente realizzata in legno di quercia, con giunzioni a coda di rondine, incastri a pettine e viti a scomparsa per garantire la stabilità della struttura. La maestria tecnica è nascosta nella semplicità del disegno: ogni giunto è pensato per sopportare carichi dinamici senza comprometterne la leggerezza visiva.
Negli anni, sono state prodotte versioni in multistrato, betulla o frassino, sia in legno naturale che verniciato nei tipici colori primari del De Stijl: rosso, giallo, blu, nero e bianco.
L’attuale produzione ufficiale è curata da Cassina, che ne detiene i diritti dal 1973 nell’ambito della collezione “I Maestri”, con una lavorazione fedele all’originale ma aggiornata agli standard contemporanei.
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Sedia Zig-Zag. Struttura a doghe in massello di ciliegio americano o frassino fonte immagine |
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Sedia Zig Zag. Dettaglio incastri a coda di rondine fonte immagine |
Una storia di rivoluzione silenziosa
Gerrit Rietveld, architetto e designer olandese, è noto per il suo contributo al gruppo De Stijl e per opere iconiche come la sedia rossa e blu (1918) e la Schröder House (1924). La Zig-Zag segna un momento maturo della sua carriera, in cui la forma si riduce all’essenziale e il mobile diventa architettura.
Questa sedia fu pensata inizialmente per le case dallo spazio ridotto, come quelle del quartiere Weissenhof a Stoccarda. Ma il suo valore non era solo pratico: era una vera sfida formale, in linea con le ricerche di Rietveld sull’equilibrio tra estetica e funzione.
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Sedia Zig Zag fonte immagine |
Curiosità: tra arte, ironia e collezionismo
La sedia Zig-Zag è spesso scambiata per un oggetto d’arte piuttosto che per un arredo, tanto che è presente nelle collezioni permanenti di musei come il MoMA di New York e lo Stedelijk Museum di Amsterdam.
La sua forma è talmente radicale da ispirare reinterpretazioni ironiche e repliche in materiali inusuali come metallo, plexiglas o cartone.
Nonostante l’apparente rigidità, la Zig-Zag è utilizzabile, anche se poco comoda secondo gli standard attuali. Ma il suo scopo non è il comfort: è il pensiero.
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Sedia Ziga Zag, varianti colori fonte immagine |
La Zig-Zag continua a far parlare di sé perché incarna una lezione potente: less is more, ma solo quando la semplicità è frutto di un pensiero profondo e strutturato. È una sedia che non cerca compromessi e che, ancora oggi, costringe a ripensare il rapporto tra spazio, corpo e oggetto. Un’icona senza tempo, che non segue le mode, ma le anticipa.
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Set di sedie Zig Zag alla Judd Foundation fonte immagine |
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