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Icone del Design| Wassily Chair 1925

DESIGN D'AUTORE
Marcel Breuer, architetto e designer ungherese fu uno dei più importanti esponenti del Bauhaus e del movimento artistico moderno. A lui dobbiamo la progettazione di uno dei capolavori del design del novecento: la N°B3 Chair, o più celebre Wassily Chair.
come riconoscere una sedia wassily originale Breuer chair bauhaus
Famosa foto di Erich Consemuller (1902-1957), studente del Bauhaus, mostra una donna con una delle maschere teatrali e un vestito in tessuto prodotto nel laboratorio di tessitura, seduta sulla famosa poltrona.
Foto dal web

La Wassily fu disegnata per la residenza del collega e pittore costruttivista Wassily Kandisky, che all'epoca come Breuer, lavorava presso la scuola del Bauhaus di Dessau. La stessa rivoluzionò il modo di intendere l'arredamento fino a quel momento concepito. Questo pezzo di design ha un'importanza storica fondamentale in quanto, per la prima volta la sua struttura venne realizzata con tubolari in acciaio (di 20 mm di diametro); materiale che risultava stranamente leggerissimo in confronto alle opere lignee dell'epoca.
Si dice che fu la forma della curva del manubrio della bicicletta Adler ad ispirare Breuer per questa innovazione tecnologica applicata ad un pezzo di arredamento così comune come una poltrona.

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Foto dal web
Breuer lo scheletro di una sedia ricca di comfort ed estremamente resistente, caratteristica intrinseca dell'acciaio. Il progetto enfatizzava la struttura a discapito del volume utilizzando cinghie di tela e successivamente di cuoio come supporto del corpo.
La sedia Wassily aveva un aspetto piacevole perché rappresentava una presenza rilevante senza disturbare lo spazio architettonico che occupava.Incarnava l'idea dell'estetica della macchina respingendo il concetto di arredamento sfarzoso e ricco di decori dello stile ottocentesco ancora dominante negli arrendi di tante case.
L'idea fu vincente, perché negli anni delle sperimentazioni industriali, l'acciaio rappresentava la svolta per la produzione seriale del pezzo di design, essendo questo, in quel anni, facilmente reperibile in grandi quantità.

Per la sua realizzazione Breur si rivolse in un primo tempo alla stessa Adler, ma non trovando consenso decise di presentare il suo progetto alla ditta Mannesmann la quale, già dal 1885-86, aveva sperimentato innovative tecniche di lavorazione dei tubi d'acciaio.

La realizzazione del prototipo della sedia modello n.° B3 (la cui posizione del sedile e dello schienale attestano l'influenza della Sedia Rossa e Blu di Rietveld) e la successiva popolarità del committente-artista Kandinsky portarono i produttori della sedia a cambiare il nome della stessa nella più famosa "Wassily Chair".

Foto dal web
Immagine tratta da 'E. Wilhide, J. Glancey, 2017, Design La storia completa, Valsamoggia (BO), Atlante s.r.l.'

La commercializzazione della B3 fu affidata alla Standard Mobel di Berlino, e negli anni sessanta divenne un prodotto di massa dopo che Dino Gavina, imprenditore italiano, nel 1962, dopo aver conosciuto il designer ungherese a New York, lo convinse a rieditare la sedia tubolare.
Nel 1968 la Knoll di New York compò la Gavina Spa di Bologna, compresa la produzione della celebre sedia, che è ancora in produzione.

Nella versione prodotta da Gavina, su ogni singolo pezzo è indicato il numero di produzione 
corrispondente al certificato di identificazione e autenticità fornito.
Foto dal web
La sedia che vanta oltre 90 anni di storia è ancora oggi attualissima, elegante e rappresenta una soluzione ottimale sia per l'arredamento di uffici che residenziale.

come riconoscere una sedia wassily originale Breuer chair bauhaus
foto dal web

Foto dal web

Struttura e finiture
Acciaio tubolare con finitura cromata lucida. Seduta in cuoio o cordura
Rivestimento in cuoio di elevato spessore, viene venduta in diverse colorazioni (nero, testa di moro, marrone chiaro, grigio, bianco-beige).
Il tessuto cordura è disponibile in nero, marrone, blu, verde, grigio o rosso.

Premi:
The Museum of Modern Art Award, 1968
Riconoscimento di "Work of Art" Germania, 1982

Fonti:
E. Wilhide, J. Glancey, 2017, Design La storia completa, Valsamoggia (BO), Atlante s.r.l.
R. De Fusco, 2004, Storia dell'arredamento Dal '400 al '900, Milano, Franco Angeli
www.arredativo.it
www.designindex.it


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