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Storia dell'Arte| Cap.3.3_I Sumeri - L' Arte votiva e la nascita del primo culto religioso

I Sumeri furono i primi ad elaborare una vera e propria religione. Essa si basava sull’esistenza di varie divinità che personificano le forze della natura - Il re degli dei sumerici era Enlìl, ovvero il Signore del Vento – e degli astri del cielo, come ad esempio Utu, dio del Sole, e il sopracitato Nanna, dio della Luna, o Inànna, dea del pianeta Venere.
Re Eannatum di Lagash. Da Girsu. 2424-2405AC.  British Museum. Londra.
Re Eannatum di Lagash. Da Girsu. 2424-2405AC.
 British Museum. Londra. fonte immagine:
Di conseguenza tutta la produzione sumerica di sculture in terracotta (IV millennio a.C.) e in pietra calcarea (III millennio a.C.) ha una forte ispirazione religiosa. I soggetti rappresentati, infatti, sono soprattutto divinità antropomorfe (ovvero con sembianze umane), personaggi regali o fedeli intenti alla preghiera.
La statuetta votiva di Eannàtum, il potente re di Lagash, risalente al 2600-2340 a.C. circa, rappresenta il personaggio in posizione eretta e in atteggiamento di preghiera. La piccola scultura, in alabastro calcareo, con inserti in prezioso lapislazzuli blu per gli occhi e i capezzoli, è di fattura minuta e dettagliata. Gli enormi occhi sbarrati stanno forse ad indicare la grande devozione religiosa, così come la gonna a balze sovrapposte rimanda probabilmente ai tipici abiti da cerimonia del tempo.
Statuetta votiva di Eannatum, re di Lagash, in atteggiamento di preghiera, ca 2600-2340 a.C. Alabastro calcareo con lapislazzuli e madreperla, altezza 30 cm. Houston, Manil Collection.
Statuetta votiva di Eannatum, re di Lagash, in atteggiamento
 di preghiera, ca 2600-2340 a.C. Alabastro calcareo
con lapislazzuli e madreperla, altezza 30 cm.
Houston, Manil Collection. fonte immagine: pinterest.it
Ma com’è intuibile, non vi è nei Sumeri la volontà o il tentativo di rappresentare la realtà. Quello che a loro interessava non era, infatti, rendere riconoscibile il singolo personaggio, quanto il ruolo da lui rappresentato (dio, re, sacerdote, fedele..etc). Perciò non importava la somiglianza, ma piuttosto, la ripetizione di un rigido insieme di regole sempre uguali, quali la rappresentazione nella medesima fattura degli abiti o un particolare atteggiamento del soggetto.

Ciò è evidente in una delle statue di Gudèa, il pù noto fra i governatori (che i Sumeri chiamavano Patèsi) di Lagash, oggi conservata al Museo del Louvre. Risalente circa al 2120 a.C., la statua in diorìte (tipo di roccia di formazione vulcanica, di colore nerastro e di consistenza durissima. Dal greco diorìzein, dividere, il nome fa riferimento alla struttura divisa dei cristalli che la formano) mostra il personaggio a piedi nudi uniti, rivestito con un lungo mantello dal rigido panneggio che gli lascia scoperti solo la spalla e il braccio destri. Tale indumento, simbolo di dignità regale, è decorato da minute iscrizioni incise in caratteri cuneiformi, nelle quali si esaltano la potenza del sovrano e la rarità della diorite, a riprova della sua grande ricchezza.
Statuetta di Gudèa, patesi di Lagash (statua del vaso trabboccante), dedicata alla dea Geshtinanna, ca 2120 a.C. Diorite, altezza 62 cm. Parigi, Museo del Louvre.
Statuetta di Gudèa, patesi di Lagash
(statua del vaso trabboccante), dedicata alla dea Geshtinanna,
ca 2120 a.C. Diorite, altezza 62 cm. Parigi, Museo del Louvre. 
Fonte immagine: ilclassicistaforkids.net
In mano a Gudea regge un’ampolla panciuta dalla quale fuoriescono due rivoli d’acqua simmetrici (da cui deriva il nome con cui è nota la statuetta Statua del vaso traboccante), forse a simboleggiare le opere di irrigazione che aveva realizzato e dunque emblema di benessere e fecondità.
Il volto convenzionale e inespressivo, come abbia già detto, non ha pretese realistiche. In testa porta un turbante pieghettato a forma di ciambella, ulteriore simbolo di regalità, come si riscontra anche in numerose altre sculture a lui dedicate che lo ritraggono in piedi o seduto.
Particolare Testa della Statuetta di Gudèa.
Particolare Testa della Statuetta di Gudèa.
Fonte immagine: ilclassicistaforkids.net
Nel complesso la statua dà una sensazione di grande compattezza, nonostante le sue dimensioni di appena 62 cm. Essa appare realizzata per essere osservata da un punto di vista frontale, il che fa supporre che fosse destinata a essere inserita in una nicchia delle pareti del palazzo reale o a essere collocata su un altare.

Il Rilievo

Oltre alle sculture a tutto tondo i Sumeri realizzarono anche i bassorilievi con scene di guerra e animali. Un po’ un’evoluzione dei preistorici graffiti, la tecnica dei bassorilievi consisteva nell’incidere una lastra di pietra in modo che la parte figurata avesse un certo rilievo (in questo caso basso, da cui il nome) rispetto al fondo. Rispetto alla statuaria, espressione del rapporto personale tra il fedele e il dio, il rilievo ha una funzione celebrativa e religiosa.

Queste prime rappresentazioni di un'arte che celebra la figura del re-sacerdote condizioneranno le successive sperimentazioni del periodo Protodinastico dove l'arte del rilievo, in particolare su stele, diventerà il primo e più efficace sistema di propaganda ideologica e politica.
Compare in questo periodo la figura del capo della comunità che combatte contro i leoni servendosi di una lancia; nello stesso modo emerge una rappresentazione del capo in lotta con i tori che vuole esprimere una nuova ideologia in cui si riconosce e si accetta la guida della comunità. Questa guida esercita il dominio sulla natura, il controllo sull'imprevedibile ma, allo stesso tempo, porta stabilità, ordine sociale ed equilibrio nel rapporto con il divino.

A questi soggetti, si aggiungono i temi agricoli e pastorali che caratterizzano la maggior parte dei reperti su pietra più antichi.
Lo splendido vaso cultuale di Uruk (o vaso di Warka) testimonia l'antico gusto naturalistico per la rappresentazione di animali, elementi vegetali e la descrizione di simboli che alludono alla fertilità; a questi elementi si affiancano l'immagine di una divinità femminile e l'eroe capo della comunità, ampiamente trattato dalla sfragistica, l'arte di produrre i sigilli.
Vaso cultuale di Uruk. ca 3200-3000 a.C. Museo Nazionale Iraq.
Vaso cultuale di Uruk. ca 3200-3000 a.C.
Museo Nazionale Iraq. Fonte immagine: wikipedia.org
Il vaso è diviso in tre parti, o registri, per dare continuità alla narrazione e alla descrizione degli eventi. Il registro inferiore è diviso in un doppio fregio in cui sono rappresentati, nella parte superiore, una serie di ovini che procedono da sinistra a destra e, nella parte inferiore, spighe che si alternano a palme sopra una doppia linea ondulata che ricorda l'acqua.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. Il registro inferiore è diviso in un doppio fregio in cui sono rappresentati, nella parte superiore, una serie di ovini che procedono da sinistra a destra e, nella parte inferiore, spighe che si alternano a palme sopra una doppia linea ondulata che ricorda l'acqua.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. Fonte immagine: wikipedia.org
Il registro di mezzo mostra l'incedere di numerosi servitori, nudi, con ceste di frutti che si stanno dirigendo verso la dea nel registro superiore.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. Il registro di mezzo mostra l'incedere di numerosi servitori, nudi, con ceste di frutti che si stanno dirigendo verso la dea nel registro superiore.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. Fonte immagine: wikipedia.org
In quest'ultimo è riprodotta la parte finale della processione che termina davanti una figura femminile con mantello, veste lunga, chioma fluente e probabilmente due corna che la identificano come una divinità. La dea, forse Inanna, è di fronte a un personaggio maggiore, solo in parte visibile a causa delle frammentarie condizioni del vaso, dalla gonna a rete, nell'atto di incedere verso di lei mentre un intendente, da dietro, gli sorregge il lungo drappo del vestito.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. parte finale della processione che termina davanti una figura femminile con mantello, veste lunga, chioma fluente e probabilmente due corna che la identificano come una divinità.
Particolare Vaso cultuale di Uruk. Fonte immagine: wikipedia.org
La figura umana maggiore sembra essere la stessa figura presente nei sigilli dello stesso periodo e che viene spesso rappresentata mentre svolge atti di culto legati alla dea Inanna. Dovrebbe essere il sacerdote più autorevole legato al culto della divinità e quindi anche il capo delle prime comunità urbane. In questo vaso, che rappresenta i festeggiamenti che si svolgevano in occasione dell'avvento della primavera ("festa del Nuovo Anno"), si fondono gli aspetti centrali dell'ideologia mesopotamica in cui la sovranità si deve far carico delle celebrazioni religiose.

Fonti:
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1, Bologna, Zanichelli, 2016, pag. 12-14;
didatticarte.it, 2. Arte Mesopotamica, https://bit.ly/3ypch59
- Barbara-unvasopienodiparole.blogspot.com -I SUMERI - PERIODO PROTOSTORICO: il rilievo, in Arte e immagini, un viaggio nella storia dell'arte, 27 nov 2015, https://bit.ly/3iPpjUV

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