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Storia dell'Arte| Cap.4.2 I Babilonesi - Etemenanki, la Torre di Babele

La Torre di Babele nel dipinto di Pieter Bruegel, 1563
La Torre di Babele nel dipinto di Pieter Bruegel, 1563
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La Nuova Babilonia diventò così una delle città più ricche e grandiose mai esistite, al centro della quale si innalzò il cosiddetto Etemenànki, che letteralmente significa ‹Casa del Fondamento del Cielo e della Terra››. 
Si tratta di una gigantesca ziqqurat a pianta quadrata con sette gradoni sovrapposti, alta forse 90 metri e con lato di base pari a poco più dell'altezza, aveva 7 livelli, e sulla cima un piccolo tempio dove dimorava permanentemente il dio della città, Marduk.

Torre di Babele Eternenanki ziqqurat di Babilonia
modellino della Ziqqurat di Babilonia
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Dati gli scarsi resti giunti fino a noi, però gli studiosi non sono stati in grado di definirne la forma esatta, per cui le ipotesi di ricostruzione sono ancora varie e discordanti.
Torre di Babele Etenenanki Ricostruzione di Robert Koldewey (1918)
Ricostruzione di Robert Koldewey (1918)
Torre di Babele Eternenanki Ricostruzione di Walter Andrae (1932)
Ricostruzione di Walter Andrae (1932)
Torre di Babele Eternenanki Ricostruzione di André Parrot (1949)
Ricostruzione di André Parrot (1949)
Torre di Babele Eternenanki Ricostruzione di Hansjorg Schmidt (1981)
Ricostruzione di Hansjorg Schmidt (1981)
A richiederne la costruzione fu l'imperatore Nabucodonosor I, si parla quindi del XII secolo a.C., ma egli non arrivò a vederne il compimento. Dopo un lungo periodo di incompiutezza, i lavori ripresero e terminarono sotto Nabucodonosor II.

La Torre di Babele, che oggi viene interpretata come un riferimento alla ziggurat babilonese Etemenanki, è uno degli esempi più estremi di punizione divina; la realtà storica e la leggenda biblica hanno alcuni punti in comune, ma Etemenanki rappresentò per i Babilonesi ben più che un tentativo di avvicinarsi al cielo: era la dimora del dio Marduk (detto anche Bel) e di parte del pantheon babilonese, oltre ad essere stata probabilmente anche un importantissimo osservatorio astronomico.
Etemenanki viene descritta come un’ enorme struttura di mattoni coperti da piastrelle colorate, una montagna di argilla cotta che tra i Babilonesi veniva chiamata ziqqurat (o ziggurat) ed era impiegata come luogo di culto o come punto privilegiato per osservare il cielo notturno.

Torre di Babele Eternenanki ziqqurat di Babilonia
modellino della Ziqqurat di Babilonia
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Quando la città di Babilonia venne attaccata nella prima metà del IV secolo a.C., anche buona parte della torre venne distrutta. Tuttavia lo storico greco Erodoto, colui il quale può essere considerato il principale sostenitore dell'esistenza di questa struttura, dopo averla vista l'ha descritta come ancora molto imponente, con otto torri una sopra l'altra ed un tempio sulla sommità superiore.

Essa, secondo la tradizione, si identifica addirittura con la biblica Torre di Babele, che gli artisti di tutti i tempi hanno sempre amato rappresentare in modo straordinariamente fantasioso.
Torre di Babele Eternenanki ziqqurat di Babilonia
modellino della Ziqqurat di Babilonia
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La Torre di Babele nella Bibbia
Nella Bibbia, nella Genesi 11, 1-9, si parla di una torre di mattoni costruita lungo il fiume Eufrate con il preciso intento di avvicinarsi al cielo, la dimora di Yahweh; questo tentativo di avvicinarsi a Dio non fece altro che scatenare la sua furia anche alla luce del fatto che gli esseri umani, contravvenendo al comando divino, si erano rifiutati di disperdersi su tutto il pianeta.
Come punizione, Yahweh fece in modo che gli esseri umani, che inizialmente comunicavano utilizzando tutti la stessa lingua, iniziassero a parlare idiomi incomprensibili, impedendo che la costruzione della torre venisse portata a termine.

«Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco”. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. »

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Fonti:
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1,    Bologna, Zanichelli, 2016, pag. 15-16;
didatticarte.it, 2. Arte Mesopotamicahttps://bit.ly/3ypch59;
- paginainizio.com, Perché è stata costruita la Torre di Babele?, https://bit.ly/3LpcAF4;
- vitantica.net, Etemenanki, la vera “Torre di Babele”, https://bit.ly/35VolCT

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