Storia dell'Arte. Cap8.2 | Il Periodo di Formazione (Geometrico) e l’Arte delle Poleis
Nel precedente articolo abbiamo introdotto i grandi periodi dell’arte greca e discusso brevemente la nascita delle poleis (lo trovi qui). In questo secondo appuntamento ci concentriamo in modo più approfondito sul Periodo di Formazione, comunemente chiamato “stile geometrico” (XII–metà VIII sec. a.C.), esaminando le trasformazioni politiche, sociali e le produzioni artistiche che caratterizzano questa fase.
1. Dai resti micenei alla nuova architettura delle comunità
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Quest’olio, di Leo von Klenze (1846), mostra un’immagine idealizzata di Atene. Neue Pinakothek, Monaco di Baviera. fonte immagine |
Da Micene alla polis: un cambiamento radicale. Dopo il collasso del mondo miceneo (XII sec. a.C.), le comunità greche si riorganizzano in piccoli centri indipendenti. È l’inizio della polis, nucleo sociale, politico e culturale.
Dopo il collasso dei palazzi micenei (intorno al XII sec. a.C.), gran parte dell’area greca attraversa un periodo di crisi economica e instabilità. In questa fase:
- I palazzi-fortezza (caratterizzati da spesse mura e da un’unica figura di comando, il wanax) scompaiono progressivamente: i contatti con le élite cretesi e minoiche si interrompono e non si sviluppano più sistemi di grandi costruzione centralizzata.
- L’economia torna a essere essenzialmente autoctona e legata all’agricoltura di sussistenza: le abitazioni si riducono a capanne quadrangolari in fango, mattoni crudi, legno e paglia, senza più ricorrere alle tecniche avanzate della tradizione micenea.
- Contemporaneamente, però, si assiste a una progressiva ridefinizione del territorio: all’interno di un raggio abitato si formano i primi centri autonomi (le future poleis), capaci di una coesione civile più ampia rispetto al villaggio miceneo.
2. Le poleis: struttura urbana e articolazione del potere
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Struttura di una polis: acropoli, asty, chòra fonte immagine |
- Acropoli
- Sede sacra per eccellenza, posta in genere sulla cima di un colle.
- In questa fase coincide ancora con il centro stesso della comunità, ma lentamente si specializza come luogo di culto: qui sorgono templi e santuari, difesi da mura che delimitano il sacro dal profano.
- Insediamento vero e proprio, con case-villaggio, botteghe artigiane e aree pubbliche.
- Al suo interno si affaccia l’agorà, piazza centrale dove si svolgono sia il mercato (funzione economica) sia, più avanti, le assemblee politiche (funzione civica). L’agorà diventerà il cuore pulsante della vita comunitaria.
- Territorio circostante, suddiviso in porzioni più piccole (kòmai o villaggi agricoli).
- Qui vivono agricoltori e pastori, che garantiscono con la terra il sostentamento all’intera polis.
Significato politico: la polis non è più dominio esclusivo di un basileus (re), ma è “cosa pubblica” di tutti i cittadini. Nasce l’idea di partecipazione: ognuno contribuisce alla difesa e al benessere collettivo, sviluppando un senso di appartenenza e di responsabilità che non aveva precedenti in età micenea.
3. Architettura domestica: il ritorno alla semplicità
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Ipotesi ricostruttiva di una casa di Smirne e della sua struttura alla fine del X secolo a.C. |
Con la perdita delle tecniche di costruzione palaziale, le abitazioni tipiche delle prime poleis tornano ad essere capanne di materiali poveri:
- Strutture in legno sorrette da pilastri di fango o argilla;
- Coperture in paglia o stuoie vegetali;
- Pavimenti in terra battuta o pietrame leggero;
- Nessuna traccia, per ora, di edifici pubblici monumentali: i luoghi del potere sono ancora essenzialmente all’aperto o in strutture lignee non durature.
Da un punto di vista architettonico, quindi, non esiste ancora una vera “arte del costruire” in pietra: l’attenzione si concentra piuttosto sulla ceramica, mentre l’architettura monumentale nascerà nel successivo Periodo Arcaico con l’edificazione dei primi templi in pietra.
4. L’arte vascolare nel Periodo Geometrico
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aso proto-geometrico, fine X sec. a.C. Decorazione sobria e concentrata su spalla e piede del vaso. Cerchi concentrici e fasce orizzontali introducono i primi elementi del nuovo linguaggio visivo. fonte immagine |
4.1 Funzione e materiali
- Argilla e tornio: la materia prima è la terracotta, facilmente reperibile e lavorabile. I vasi venivano modellati al tornio e poi decorati con vernice nera lucida (che diventa ancora più brillante con la cottura in fornace).
- Assenza di pittura murale documentata: non abbiamo esempi diretti di pittura su pareti o affreschi, ma la ceramica – oggetti d’uso quotidiano e rituale – diventa il principale supporto di espressione artistica.
4.2 Stile Proto-geometrico (X–IX sec. a.C.)
- Caratteristiche formali: i vasi proto-geometrici sono essenziali nella forma (anfore, coppe, crateri) e nella decorazione, che rimane circoscritta ad alcune zone (collo, anse, spalla, piede).
- Motivi tipici: cerchi concentrici, semicerchi e fasce orizzontali tinte di nero su fondo giallo-ocra.
- Esempio celebre: una anfora ateniese del X secolo a.C., conservata al British Museum, mostra quattro serie di cerchi concentrici all’altezza della spalla, racchiusi fra due sottili linee nere che segnano il passaggio al corpo principale. L’effetto è di grande linearità e ordine proporzionale, pur nella semplicità assoluta del motivo.
4.3 Stile Geometrico maturo (metà IX–VIII sec. a.C.)
- Espansione decorativa: con l’inizio dell’VIII secolo, la decorazione geometrica occupa ormai tutta la superficie del vaso, con fasce sovrapposte riempite da motivi più complessi: greche (motivi a chiocciola), meandri, svastiche, losanghe.
- Ornamentazioni antropomorfe e zoomorfe: compaiono figure umane o animali estremamente schematiche, realizzate come pura combinazione di forme geometriche elementari (cerchi per le teste, triangoli per i busti, linee per gli arti).
- Urne funerarie: si diffonde l’uso di anfore funerarie e crateri che fungono da “marker” della tomba, parzialmente interrati, con la bocca del vaso che emerge dal terreno e invita i visitatori a versare libagioni in onore dei defunti.
Approfondimento iconografico:
L’“Anfora del lamento funebre” (c. 760–750 a.C.) rinvenuta presso la porta del Dìpylon ad Atene è uno degli esempi più emblematici. Alta oltre un metro e mezzo, presenta 65 fasce sovrapposte decorate a motivi geometrici e, su una fascia più alta, la scena di figure umane schematiche che piangono intorno a un catafalco. Le proporzioni rigide e lo schema simmetrico riflettono le convenzioni grafiche dell’epoca, in cui tutto è ridotto a pura astrazione geometrica.
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“Anfora del lamento funebre” (c. 760–750 a.C.) L’anfora del Dipylon è un’opera chiave: monumentale, pubblica, simbolica. Non celebra l’individuo, ma il rito. La scena del prothesis (esposizione del defunto) è raccontata con forme essenziali e gesto ripetuto. fonte immagine |
5. Significato culturale dell’arte geometrica
- Relazione con il rito funerario: il passaggio dalla tumulazione micenea all’uso della cremazione richiede contenitori (urne) capaci di ospitare le ceneri; la forma imponente delle anfore e dei crateri, parzialmente interrati, diventa segno distintivo delle tombe più prestigiose.
- Astrazione come valore estetico: l’intento non è riprodurre fedelmente la natura, ma costruire un linguaggio visivo basato su ritmi, simmetrie e moduli ripetuti, che riflette la ricerca di ordine e misura mentale tipica dell’universo greco nascente.
- Contatti con Oriente: alcuni motivi geometrici (come la fila di cervi intenti a pascolare) mostrano una probabile ispirazione verso modelli vicino-orientali, ma interpretati con uno spirito rigorosamente “greco”, ossia razionalizzato e sintetizzato in forme ideali.
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Dettaglio decorativo: greche, svastiche, meandri. fonte immagine |
Le decorazioni più diffuse:
- GRECA, motivo molto diffuso che consiste nella successione di elementi paralleli uguali ma ruotati a 90°;
- MEANDRO, costituito da linee che girano ad angolo retto; il nome deriva dal fiume Maiandros, che presenta un corso molto tortuoso;
- SVASTICA, motivo ornamentale che oggi ha perso il suo significato originale, che era quello, derivato dall’India, di “felicità”. Il simbolo infatti rappresentava luce e gioia;
- SCACCHI, uno dei motivi più semplici, caratterizzato da quadrati alternativamente colorati;
- LOSANGA, motivo decorativo formato da un quadrilatero con lati uguali tra loro e perpendicolari.
6. Prospettive per i prossimi approfondimenti
- Fine del Periodo Geometrico e transizione verso l’Arcaico: nei futuri articoli vedremo come le prime influenze orientali e l’evoluzione delle tecniche pittoriche portino dalla pura astrazione geometrica a una decorazione sempre più figurativa, con narrazioni mitologiche e scene di vita quotidiana.
- Emergenza della scultura in pietra: già sul finire del Geometrico si percepiscono i primi tentativi di scolpire figure umane in pietra (corpi stilizzati e affronti schematici), che sbocceranno nel periodo arcaico con i kore e kouroi.
- Architettura monumentale: cominceranno a sorgere i primi edifici in pietra – antefatti dei templi dorici e ionici – che vedremo in dettaglio nell’articolo dedicato al Periodo Arcaico.
Conclusioni e anticipazioni
In questo secondo appuntamento abbiamo esplorato il Periodo di Formazione (Geometrico), un’epoca di grandi trasformazioni sociali e culturali che ha visto nascere le poleis e affermarsi un nuovo linguaggio artistico. Dall’essenzialità delle decorazioni proto-geometriche alla raffinatezza delle anfore maturo-geometriche, abbiamo tracciato l’evoluzione di un’estetica che riflette l’ordine e la misura di una civiltà in costruzione.
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🔜 In arrivo nei prossimi giorni: un nuovo post sull’Età Arcaica dell’arte greca, in cui parleremo dell’affermazione della figura umana nella scultura e delle prime architetture templari in pietra, analizzando le tipologie dei templi e la nascita degli ordini architettonici.
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